Se a Marettimo la sveglia suona nel cuore della notte o sei un pescatore o sei un appassionato ricercatore di emozioni.
Ogni anno il Medi Egadi Fest, “La musica unisce i popoli”, organizzata dal Comune di Favignana-Isole Egadi con le associazioni Erice Folk e CSRT “Marettimo”, di emozioni ne regala tante ma una in particolare rimarrà a lungo nel cuore di chi ha vissuto l’alba a Case Romane.
Pochi luoghi suscitano sensazioni che si lasciano descrivere con un’unica parola, quasi sempre per comunicare quel che proviamo davanti alle prime luci del giorno o alla solennità del mare dobbiamo ricorrere a lunghe verbalizzazioni. All’inizio dell’Ottocento, tuttavia, venne in auge una parola capace di qualificare in maniera puntuale e precisa la reazione emotiva che si prova al cospetto di paesaggi spettacolari: sublime.
Un sentimento smisurato di bellezza, un brivido misto ad un senso di letizia, la consapevolezza emotiva dell’infinità e della potenza irresistibile della natura, il riconoscimento di una sproporzione tra qualcosa di finito e qualcosa che invece si presenta come irriducibile, l’infinito e quindi l’assoluto.
Questo è il senso che ha colto chi all’alba ha aspettato il sole appoggiato al muro dell’edificio romano, accovacciato tra una pietra e un cespuglio di senecio o assorto nello spazio senza tempo della chiesetta normanna.
Quando il violoncello del maestro Enzo Toscano ha iniziato a suonare la notte era delle più buie. Poi le prime luci, quelle regalateci dalla rifrazione dei raggi quando il sole è ancora sotto l’orizzonte. Lentamente nel cielo si è fatto posto il chiarore del giorno ma ancora tutto era in penombra. C’era silenzio. Il sole non era ancora sorto ma la luminosità del cielo, arancio, giallo-oro, aveva fatto sorgere in ognuno di noi emozioni insolite: un nuovo giorno, una nuova identità.
La misteriosa grandezza dell’alba, il suo tempo sospeso ci aveva messo a nudo, immobili e al tempo stesso in estasi, cullati dal suono del violoncello che sembrava anch’esso incantato.
Sospeso nell’ora più bella, immerso nella profonda campagna dove la natura ha sempre la meglio, l’uomo può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il bianco e il nero, il falso e il vero, non sono che due aspetti della stessa cosa.
Il paesaggio, poi, gravido di bellezza e di poesia, continuamente volge la mente verso confini segreti, verso mondi inviolati senza odio né paura.
Ad un tratto abbiamo sentito cantare gli uccelli, un canto di gioia, un inno alla vita:
Oh, Usignolo! Creatura
Dal cuore fiammeggiante
Tu canti come se il dio del vino
D’Amore t’avesse servito.
1802, William Wordsworth
Il sole si era alzato. Gli occhi della pittrice Francesca Scalisi hanno catturato sulla tela ogni sfumatura del cielo e del mare.
Era tempo di ricominciare un altro giorno, a Marettimo come in ogni altro angolo di mondo, forti di un’esperienza che ci ha unito e fortificato. Tutti noi, fermi su un pianoro che domina il mare davanti ad un sole forte e unico, avevamo la consapevolezza di potere trasformare non solo il nostro rapporto con la natura ma, altrettanto significativamente, quello reciproco.
Ancora una volta è un messaggio d’amore e di pace quello che da Marettimo vorremmo arrivi ovunque…aspettando di farci sorprendere da altre albe sublimi.
Laura Lodico